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Recensione di Anne Betten
Stefano Balistreri è un mio caro amico da più di vent'anni. Sono sempre stata piena di ammirazione per la sua cretività da quantdo, molto tempo fa, ho visto un suo busto in marmo, un doppio ritratto bello come se fosse di Picasso.

Ho seguito con molto interesse la sua intensa attività di scultore negli ultimi dieci anni e sono rimasta particolarmente impressionata dalla fantasia con la quale dalle pietre meravigliose che trova nei luoghi più remoti della Sicilia fa nascere le sue sculture filosofiche che rappresentano la creazione, la vita, la famiglia e l'amore.

L'esplosione della sua vena poetica è stata per me una gran sorpresa! Lui, che da bambino nella povera Sicilia del dopoguerra dovette lasciare la scuola per andare a lavorare, ma che ha sempre amato riflettere e parlare su tutto e che ha voluto registrare la storia delal sua famiglia ricca di personalità creative e di destini tipicamente siciliani, ha improvvisamente cominciato a esprimersi in forma lirica, nella lingua del suo amato paese: in tal modo è nato un
poeta-scultore che si è nutrito di un paesaggio culturale antico ed è stato ispirato dalla sua bellezza.

Il suo innato talento (non a caso nella sua famiglia ci snon altri eccellenti artisti!) ha cominciato a manifestarsi in età avanzata: con le sue pubblicazioni poetiche e i libri sulal sua scultura e il suo modo sapiente di usare loscalpello Stefano, il self made-man, è diventato un collega senza rientrare tra coloro che si limitano a descrivere, ma da "creatore".

Ha superato tutte le mie aspettative, per questo auguro a lui e alle sue opere un grande futuro.

Anne Betten
Istituto di Germanistica
Università di Salisburgo - Austria


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